17/07/2024 TREVISO – Oltre 3.500 persone hanno partecipato alla quattro giorni del Festival di Giavera che si è concluso nei giorni scorsi, grande soddisfazione, ma ora si guarda al futuro. || Traccia un bilancio positivo Don Bruno Baratto dei primi trent’anni del Festival di Giavera che si è concluso nei giorni scorsi, oltre 3500 persone in quattro giorni che hanno regalato grandi soddisfazioni agli organizzatori e a tutti gli entusiasti volontari come Selina, indiana del Kerala, ma da 15 anni infermiera a Ca’ Foncello, che ha organizzato una sessione di balli indiani. Proposte cuturali, musicali, artistiche ed enogastronomiche per un festival che da sempre abbraccia la cultura dell’integrazione, dell’accoglienza e del rispetto. Ma che ora guarda al futuro aprendosi via via a tappe sempre più itineranti. Si parte in agosto, e si va rotta verso Lampedusa. E poi ancora un pozzo d’acqua da costruire in Marocco, e altre collaborazioni con il festival della legalità di Pordenone e il prossimo anno, in maggio, un viaggio in Senegal, con Jamoral, l’organizzazione africana che affiancherà il festival. L’idea è un giorno riportare tutto al territorio per affrontare insieme le sfide che si pongono davanti. Quel territorio che ultimamente è flagellato dallo scoperchiamento di sacche di caporalato che però non sorprendono Don Bruno. – Intervistati Selina (Infermiera Ca’ Foncello, volontaria danza), Don Bruno Baratto (Coordinatore Caritas Tarvisina) (Servizio di Elena Dal Forno)
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