15/07/2024 SAN POLO DI PIAVE – L’orto di Casa Vittoria, la vendemmia solidale promossa dalla cantina Cecchetto, la vendita delle bottiglie al Vinitaly. Massimo Feletto aveva trovato la sua dimensione tra i “ragazzi speciali” a cui le famiglie e una rete di imprese e volontari cercano di dare un presente e un futuro. Due anni fa, in strada, era morto anche il nipote 17enne Alessandro. || «Aiuto a portare le ceste, do una mano a chi ha bisogno». Così ai microfoni di Lucio Zanato aveva raccontato la sua quotidianità nell’orto di Casa Vittoria Massimo Feletto, il 50enne di San Polo di Piave investito e ucciso da un pirata della strada. La ferma volontà di un gruppo di genitori di figli con la sindrome di down di dare un domani ai loro ragazzi, la costituizione in Cooperativa, poi, nel 2017, l’inaugurazione della struttura. Dove questi “ragazzi speciali” si danno da fare e così faceva Massimo, che domani avrebbe compiuto 51 anni. E che dopo la morte della mamma poteva contare sui fratelli Stefano, Cristina ed Erika e sulla grande famiglia allargata di Casa Vittoria. Ma non solo. Era uno dei ragazzi cari all’imprenditore vinicolo Giorgio Cecchetto, morto nel settembre scorso a soli 61 anni. Massimo, alla vendemmia solidale era sempre presente e non si risparmiava di certo. Lo avevamo ritrovato venditore, al Vinitaly, nello stand della Regione del Veneto di quelle bottiglie solidali i cui incassi vanno a finanziare importanti progetti. Bottiglie con etichette disegnate con le mani e con il cuore. – Intervistati MASSIMO FELETTO (Servizio di Lina Paronetto)


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