29/06/2024 VENEZIA – Lavoro nero e caporalato, lo studio della Cgia di Mestre fotografa il Veneto come una regione in cui il fenomeno resta contenuto, ma non per questo inesistente. Nell’ordine dei miliardi il volume d’affari che muove in un anno. Settore maggiormente interessato quello dei servizi alla persona. || Quattro miliardi e seicento milioni di euro. Tanto ammonta il volume d’affari del lavoro irregolare in Veneto in un anno. Fenomeno, quello del lavoro nero, che coinvolge nella nostra regione circa 200mila persone, ovvero il 6,5% del totale nazionale. Il report della Cgia di Mestre mostra come la quota sia pari al tre per cento del valore aggiunto dell’economia in regione. Solo la Lombardia ha un’inicidenza inferiore, questo, riferiscono dal centro studi, significa che il peso del lavoro nero in Veneto è contenuto, ma non per questo bisogna sottovalutare il problema. I settori maggiormente colpiti restano quelli dell’agricoltura, delle costruzioni, il settore ricettivo e dei servizi alla persona. In Veneto sarebbero proprio colf e badanti le persone maggiormente coinvolte nel lavoro nero. Così anche in tutto il centro nord. A livello italiano, invece, i dati del centro studi indicano come il volume d’affari annuo sia riconducibile a circa 68 miliardi di euro. Un terzo del “nero” è prodotto al sud. – Intervistati PAOLO ZABEO (Coordinatore Centro Studi CGIA Mestre) (Servizio di Edy Caliman)


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