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BELLUNO | NEVEGAL: ALL-IN SUI BRESCIANI, MA ‘VIVAIO DOLOMITI’ CHIEDE PIU’ GARANZIE

18/06/2024 BELLUNO – Con la stagione estiva ormai alle porte, sul tormentato futuro del Nevegàl aleggiano ancora le nubi dell’incertezza. L’associazione Vivaio Dolomiti, da sempre attivista nella tutela dei diritti del colle e dei suoi operatori, questa mattina ha fatto il punto con la stampa. || Un capitale sociale di 5000 euro, che per un consorzio equivale all’entità del rischio in caso di un potenziale fallimento. 5,9 milioni di euro di debiti, parzialmente compensati da 4,8 milioni in crediti esigibili ma non meglio specificati. Nessuna garanzia di continuità se non a parole, però, come si sa, scripta manent e verba volant, e di parole ne sono state profuse fin troppe sul futuro del Nevegal, ora alla mercé delle intenzioni del consorzio bresciano Tolomeo che secondo indiscrezioni sarebbe in procinto di firmare il contratto di acquisto degli impianti alla società Nevegal 2021 per un importo che, sempre secondo indiscrezioni, si aggirerebbe attorno ai 200.000 euro. I dati della visura camerale hanno fatto impallidire l’Associazione Vivaio Dolomiti, che torna sulle eterne vicissitudini del colle con un chiaro appello affinché siano fornite garanzie di continuità di gestione daparte dei bresciani. “Dal Consorzio Tolomeo nessun contatto con gli operatori, nè con la comunità, e nemmeno con i dipendenti della Nevegal 2021 per offerte di lavoro” riferiscono da Vivaio Dolomiti, e con la stagione estiva da inaugurare non oltre il 15 Luglio, non è un buon segno.Eppure il comune sul Consorzio Tolomeo ci crede, eccome, tanto che l’amministrazione avrebbe rigettato la proposta di acquisto da parte di un imprenditore bellunese.Vivaio Dolomiti parla senza mezzi termini di “schiaffo morale” al bellunese, con la svendita dell’emblema dello sci nel capoluogo a fronte di tanti dubbi e poche garanzie, con Nevegal 2021 decisa a “scrollarsi di dosso” a il peso di un onere che non vuol più sostenere, e il comune, che pur essendo proprietario dei terreni “acconsente alle volontà del primo arrivato” riferisce l’associazione, che chiosa con un appello a enti pubblici e associazioni di categoria, perché se il Nevegal non riaprisse quest’anno, non lo farà mai più. – Intervistati GIANNI PASTELLA (ASSOCIAZIONE VIVAIO DOLOMITI) (Servizio di Stefano Bozzi)


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