27/05/2024 VILLORBA – E il tema risorse umane sarebbe proprio stata una delle leve che hanno portato Luciano Benetton al conflitto con l’ad Massimo Renon. Cosi’ oggi abbiamo cercato di capirne di piu’ attraverso i commenti dei dipendenti. || Non e’ stato facile raccogliere una testimonianza interna alla Benetton. Tutti cortesi ma nessun commento su quanto sta accadendo allo storico marchio di abbigliamento. Ma al di la del dispiacere quasi tutti ci hanno confermato come la situazione interna si sia complicata da tempo con numeri di personale costantemente in calo, dagli oltre 2000 degli anni d’oro, ai poco piu’ di mille odierni,e l’iniezione occasionale di interinali generici o sostituzione di operai esperti ma per anzianita’ e scatti retributivi piu’ costosi con nuove leve certamente piu’ convenienti ma meno preparate. E nel tempo i risultati negativi sono arrivati come ad esempio per le commesse ritornate in azienda per difetti sui capi causati da confezionamenti poco accurati. Situazioni segnalate alla dirigenza sia dalle maestranze che dai sindacati ma che di fatto sarebbero state sempre ignorate. Distanza tra plancia di comando e reparti aumentata da quando Massimo Renon ha iniziato a sostituire i dirigenti a tutti i livelli con quella che ha sempre definito la sua squadra. Uomini pero’ non sempre all’altezza dei compiti affidati come per il confronto con la forza lavoro avviato senza essere nemmeno a conoscenza del contratto nazionale sui tessili e pero’ con atteggiamenti che piu’ di qualcuno ha definito arroganti che avrebbero portato chi poteva a lasciare l’azienda per altre realta’ magari con una remunerazione piu’ bassa ma un ambiente piu’ coinvolgente. Ed e’ proprio questo il termine che forse ha innescato la reazione di Luciano Benetton; percepire che uno dei primi obbiettivi della nuova dirigenza forse per tagliare i costi fosse smantellare quella che ha sempre pensato e progettato come azienda – famiglia. (Servizio di Lucio Zanato)

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