17/05/2024 VENEZIA – Secondo un sondaggio, quasi quattro residenti su cinque del Comune di Venezia non ritengono il contributo d’accesso un modo per risolvere il turismo di massa. Tra le risposte più frequenti ci sono il limite agli affitti brevi e all’apertura di altri alberghi. || Il 79% dei residenti in Comune di Venezia ritiene che l’introduzione del contributo d’accesso non ridurrà il problema del turismo di massa. A Venezia città la percentuale sale all’89%.E’ il risultato principale di un sondaggio diffuso dall’associazione Ambiente Bene Comune ed effettuato dalla Fondazione Istituto Consumatori Utenti, con la società Demetra, su un campione di 600 residenti nel Comune di Venezia, equamente divisi tra laguna e terraferma. Le interviste sono state effettuate tra il 9 e il 10 maggio.Il margine d’errore è stimato al 4%.Alla domanda su cosa si potrebbe fare per ridurre il turismo a Venezia il 62,5% si è detto d’accordo con una limitazione degli affitti brevi, percentuale che sale al 69% tra i residenti in centro storico.Vietare tassativamente l’apertura di nuovi alberghi e strutture ricettive simili e stabilire un tetto massimo di presenze raggiunto il quale vengono chiusi gli accessi trova d’accordo il 58% degli intervistati, percentuali che salgono di una decina di punti a Venezia città.Riguardo all’informazione sul ticket d’accesso il 46% ritiene di saperne abbastanza, il 27% molto, il 20% poco e il 7% per niente.Oltre la metà dei residenti crede però che sia necessario scaricare il QR Code per recarsi in centro storico. E uno su due ritiene la procedura comunque troppo complicata e non rispettosa dell’articolo 16 della Costituzione sulla libertà di circolazione.«Ci sorprende che su un tema così rilevante sia stato dato così poco spazio all’opinione dei cittadini – hanno commentato Michele Boato e Mario Sgobbi di Ambiente Bene Comune – riteniamo che la loro opinione deve essere il punto di partenza per ogni decisione politica». (Servizio di Filippo Fois)
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