16/05/2024 CORTINA D’AMPEZZO – “Vogliamo i giochi invernali Milano Cortina trasparenti, legali e rendicontabili”. Parte la campagna internazionale di monitoraggio civico Open Olympics 2026 e tra i promotori c’è l’associazione Libera di don Ciotti. Simico ribatte: “Falso e diffamatorio parlare di mancanza di trasparenza sul Piano opere olimpiche”. || Don Luigi Ciotti, fondatore del gruppo Abele e di Libera, lancia un allarme in vista dei Giochi olimpici e paralimpici invernali 2026 e lo fa dalla sua Pieve di Cadore assieme ad una ventina di associazioni che hanno dato vita a una piattaforma per chiedere trasparenza dei dati sulle opere che cubano quasi 6 miliardi di euro. Il Veneto si contraddistingue per ospitare 13 opere che rappresentano in termini di costi il 33% del totale. I dati del primo report di monitoraggio civico, Open Olympics 2026, fotograno una situazione che preoccupa: “La criminalità organizzata è abile e sa come camuffarsi” – afferma don Ciotti che condivide l’allarme lanciato dal procuratore nazionale antimafia, indicando l’aumento della presenza della mafia nel Nord Italia. “Non esiste un elenco unico istituzionale che ci informi sulle opere che sono numerose, richiedono risorse enormi e che sono in grado di cambiare il volto dei territori per come li conosciamo oggi” dichiara la rete di associazioni. Per quanto riguarda il Veneto il riferimento, non proprio velato, è alla pista da bob di Cortina che costerà 125 milioni di euro e il cui progetto non è mai stato presentato alla Provincia di Belluno. “Tutto falso e diffamatorio” la durissima risposta di Simico, la società infrastrutture di Milano Cortina 2026 guidata da pochi mesi da Fabio Massimo Saldini, dopo la decisione del Ministero di mettere alla porta l’ex ad Luigivalerio Sant’Andrea. Nella nota diffusa mercoledì, Simico scrive che il Piano delle opere olimpiche è pubblicato ormai da due anni sia sul sito del Governo che sul portale di Simico. “Affermare o lasciare intendere che sulla realizzazione delle opere olimpiche non ci sia trasparenza è assolutamente falso oltre che diffamatorio” la replica della società governativa che dichiara di restare a disposizione per fornire informazioni e chiarimenti, in linea con la normativa sulla trasparenza.”Il nostro fine ultimo non è quello di alimentare un generico atto di accusa – afferm (Servizio di Tiziana Bolognani)
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