15/05/2024 CONEGLIANO – Omicidio di Margherita Ceschin. Nuove prove inchiodano i killer e il mandante del terribile delitto. Oggi i difensori degli imputati hanno deciso di rinunciare al Riesame. Il Capo della Procura: «Ci sono ulteriori importanti elementi» || «Le indagini erano proseguite, abbiamo raccolto altri elementi molto importanti, in particolare il bigliettino che uno degli indagati in carcere aveva fatto arrivare a Lorenzon, piu altri elementi legati a delle chat di telefonini sequestrati». Così il Capo della Procura di Treviso che parla delle nuove prove raccolte dagli inquirenti. Rilevante lo scambio di messaggi piuttosto chiari e inequivocabili fra Kendy Maria Rodriguez, indagata per concorso in omicidio volontario, fidanzata di Joel Lorenzo, il palo del banda omicida ed il cognato, che non sarebbe però indagato. Discorsi fra i due sul delitto, frasi esplicite che non sono passate inosservate agli inquirenti. «Preghiamo Dio che non trovino nulla… sappiamo che hanno fatto una cosa brutta e chiedo scusa a Dio per quello che ha fatto mio fratello. Però le cose sono fatte e l’unico che potrà giudicarli è Dio». E poi il dialogo continua parlando anche del compenso che Enzo Lorenzon ex marito della vittima doveva ai killer. «Se una persona (per gli investigatori è Enzo Lorenzon) ha i soldi vive bene ed è benestante e commissiona una cosa del genere e offre una cifra, per lo meno deve avere più del 50% disponibile per effettuare il pagamento, perché quello che lui ha commissionato è stato fatto». Una nuova prova, pesante come un macigno che inchioderebbe i killer dell’omicidio di Margherita Ceschin la 72enne aggredita ed uccisa nella sua abitazione a Conegliano. Un delitto secondo gli inquirenti commissionato dall’ex marito che avrebbe assoldato un vero commando, persone originari tutte di santo Domingo: Juan Maria Guzman, l’intermediario, Joel Lorenzo, il palo presente sulle scena dell’omicidio, ancora latitante, Jose Mateo Garcia, e Sergio Lorenzo i due killer. Le difese hanno deciso di rinunciare al Riesame a Venezia. Gli indagati rimangono in carcere, mentre Lorenzon rimane in casa di riposo per motivi di salute – Intervistati MARCO MARTANI (Capo della Procura di Treviso) (Servizio di Daniela Sitzia)
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