10/05/2024 PIEVE DI CADORE – La gestione della sanità nelle aree montane e in tutte le zone distanti dai centri ospedalieri di eccellenza e dalle principali vie di comunicazione. A Pieve di Cadore il focus dell’Ulss 1 sulle reti cosiddette “tempo-dipendenti”. || Intercettare soluzioni innovative per la sanità di montagna non solo con il confronto con le aree a noi contermini e prossimamente con le aree alpine europee, ma anche sulla base dei numeri. I primissimi risultati del monitoraggio avviato da Agenas sulle reti cosiddette tempo dipendenti sono stati presentati a Pieve di Cadore durante la seconda giornata congressuale prevista dal progetto “Salute oltre la città” dell’Ulss Dolomiti. Gli esiti sulle 4 reti per l’emergenza sono confortanti.Per l’infarto miocardico acuto il 63% dei casi è stato trattato con angioplastica primaria entro 90 minuti dalla diagnosi, contro la media regionale del 56.7% e nazionale di poco sopra il 55 %; per la rete ictus quasi il 22% è stato trattato con trombolisi contro una media regionale del 18% e nazionale del 13%.Imprescindibile il lavoro di rete per il futuro del sistema sanitario di montagna per rispondere in maniera forte, reale e appropriata alle necessità dell’utenza. A fine lavori è stata presentata la proposta di un documento di consenso che propone i dati del monitoraggio che consente una valutazione oggettiva e terza del funzionamento e dell’efficacia delle reti, al di là dei vissuti personali e dei singoli casi. – Intervistati GIUSEPPE DAL BEN (COMMISSARIO ULSS 1 DOLOMITI), EDOARDO ROSSI (DIPARTIMENTO EMERGENZA URGENZA ULSS 1 DOLOMITI), PAOLO ROSI (DIRETTORE DIPARTIMENTO EMERGENZA URGENZA SUEM 118 VENETO) (Servizio di Tiziana Bolognani)


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