26/04/2024 BELLUNO – E’ critica e difficile da monitorare la situazione della sicurezza nei cantieri boschivi e questo principalmente per ragioni logistiche. Dopo l’incidente mortale in Val Visdende lo scorso marzo serve un cambio di passo, denuncia la Flai Cgil di Belluno. || E’ passato poco più di un mese dalla tragedia in Val Visdende in cui ha perso la vita un lavoratore bosniaco di 40 anni che stava eseguendo lavori per una ditta austriaca in località Val della Chiesa, in comune di Santo Stefano. Elvir Sarajcic è stata la prima vittima sul lavoro in provincia del 2024 in un settore diverso, per questioni logistiche, rispetto ai normali cantieri.Vaia prima e il bostrico poi hanno reso quei luoghi ancor più complicati sotto il profilo della sicurezza degli interventi boschivi. L’operaio 40 enne stava lavorando con due connazionali in un cantiere forestale allestito in un’area colpita dopo Vaia dal bostrico. I tronchi degli alberi tagliati venivano movimentati con una teleferica ed è stato proprio l’ancoraggio di quest’ultima a cedere: la fune di acciaio di è sganciata colpendo fatalmente il lavoratore. Dopo i primissimi rilievi, i tecnici dello Spisal sono saliti di nuovo in Val Visdende per concludere gli accertamenti necessari a capire come e perchè il supporto della teleferica non abbia retto e per stabilire eventuali attribuzioni di responsabilità. “Bisogna implementare il sistema di monitoraggio e di controllo” denuncia la Flai Cgil di Belluno che ha chiesto e ottenuto l’attivazione di un tavolo in Prefettura perchè l’incidenza degli infortuni nei cantieri boschivi continua a crescere. – Intervistati SEBASTIANO GROSSELLE (SEGRETARIO FLAI CGIL BELLUNO) (Servizio di Tiziana Bolognani)
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