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PAESE | OMICIDIO DI LINO E ROSANNA, LA SORELLA DEL KILLER : «L’HO PERDONATO»

24/04/2024 PAESE – Ha sparato contro il fratello Lino Pestrin e la cognata Rosanna Trento. Oggi in aula Lucia, sorella della vittima e del killer ha detto :«l’ho perdonato». || Gli occhi lucidi. Lucia Pestrin era in aula, ha atteso il termine dell’udienza poi si è avvicinata al fratello Massimo e l’ha abbracciato. Sorella del killer ma anche una delle vittime, Lino ucciso il 3 maggio dell’anno scorso assieme alla moglie Rosanna Trento, con diversi colpi di pistola. Io L’ho perdonato ci dice la donna. Era entrato in un tunnel da cui non vedeva nessuna uscita. Io ed il figlio maggiore andiamo a trovarlo in carcere, lo aiutiamo con le spese legali e cerchiamo di sostenerlo. Quel periodo, racconta con un fil di voce la donna, era finito in una tempesta perfetta. L’incidente, il tradimento della moglie, il lavoro perduto. E poi le difficoltà economiche. Tutto questo lo ha sconvolto è come se fosse entrato in un buco nero. Lucia ripercorre quei drammatici momenti. Massimo, innamorato di quella donna che lo aveva tradito e lasciato. A scoprire la verità sulla moglie, un video che sarebbe circolato e che lo avrebbe fatto uscire di testa. Ed è stato proprio in quel periodo tormentato che ha trovato ospitalità dal fratello Lino con il quale andava d’accordo. Poi quella giornata terribile. Lino e Rosanna stavano pranzando. Massimo scese le scale, in mano la pistola. Fece fuoco undici volte uccidendo la cognata ed il fratello. Non mi spiego quello che è accaduto termina Lucia. Penso che nella sua testa volesse salvare Lino, liberarlo da una depressione che lo aveva colpito e che era diventata un problema insormontabile. Manca il movente ha sempre ribadito il legale idi Massimo Pestrin, l’avvocato Fabio Crea: .“Le dichiarazioni di perdono immediato della sorella, dimostrano che l’imputato non aveva alcun motivo per uccidere il fratello spiega il difensore e che vi è più di qualche dubbio sul fatto che fosse capace di intendere e volere al momento del fatto. Un corto circuito mentale che ritengo potrà essere dimostrato con la perizia che ho chiesto e che la Corte di Assise ha ammesso nonostante la ferma opposizione della Procura trevigiana”. In aul (Servizio di Daniela Sitzia)


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