MESTRE – Motivi di studio o di lavoro. Sono le due uniche modalità per avere diritto al rimborso dell’abbonamento a bus, vaporetti o treni se non utilizzati a causa del Covid. La legge però esclude i pensionati, gli anziani e i cittadini. La Cgil non accetta questa discriminazione. || Avevate acquistato l’abbonamento del bus o del treno prima dell’8 marzo? Se sì ed è rimasto inutilizzato per mesi a causa della quarantena avete diritto al rimborso. Lo dice la legge che però, secondo la Cgil, viene interpretata in modo vario dalle aziende di trasporto che stanno respingendo le domande di rimborso presentate da anziani, pensionati e cittadini in genere, accogliendo solo quelle di lavoratori e studenti. Legislatore, Comuni e aziende di trasporto rivedano l’interpretazione della legge che genera una diversità di trattamento inspiegabile, ribadisce a fianco del sindacato pensionati anche la Federconsumatori; una disparità che colpisce fasce deboli della popolazione ma ancora molto attive. Quanti anziani e pensionati accudiscono tutti i giorni i nipoti, assistono parenti ammalati, svolgono attività di volontariato, ricorda Daniele Tronco. Il diritto a ricevere il rimborso c’è eccome. – Intervistati DANIELE TRONCO (Segretario Pensionati CGIL Venezia)