28/02/2024 BELLUNO – Sembrano irreparabili i danni del cosiddetto “inverno demografico” in provincia di Belluno. No, non c’entrano le bizze di stagione, ma il lento, quanto inesorabile calo della popolazione: lo mette nero su bianco lo studio elaborato dall’Osservatorio economico e sociale della Camera di commercio. || Se non si inverte la tendenza, nel 2031 il Veneto potrebbe perdere qualcosa come 46 mila abitanti, l’equivalente della popolazione di Belluno e Sedico; 7.500 residenti in meno nella sola provincia di Belluno, come se sparisse, con un sol colpo di spungna il comune di Ponte nelle Alpi.Numeri da brividi, quelli dell'”inverno demografico”, contenuti nello studio elaborato dall’Osservatorio economico e sociale della Camera di commercio, presentato questa mattina a Belluno.Senza buonismi, ma senza neppure pregiudiziali ideologiche, spiega il presidente Pozza, gli squilibri demografici possono essere mitigati solo grazie a una intelligente gestione dei flussi migratori. Da qui al 2031 i territori destinati a soffrire il calo demografico saranno il Cadore e l’Agordino e quando lo studio rileva la necessità di un cambio di rotta il riferimento va ai servizi: quelli per l’infanzia coprono oggi solo il 32% del fabbisogno potenziale. Ma non va meglio per gli over 65 che nel 2031 supereranno quota 60 mila con una evidente pressione sui servizi sanitari e socio assistenziali. Poi il lavoro: in futuro saranno pochi i giovani e sempre più titolati. “Non possiamo permetterci di lasciarceli sfuggire” ammonisce Mario Pozza. Resta da capire se e in che modo il contributo puntuale offerto dalla Camera di commercio potrà essere tradotto in azioni da chi oggi ha la facoltà delle scelte politiche e amministrative a tutti i livelli. – Intervistati MARIO POZZA (PRESIDENTE CCIAA BELLUNO TREVISO) (Servizio di Tiziana Bolognani)


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