13/02/2024 VENEZIA – Ci sono ancora diversi aspetti poco chiari nella morte di Bruno Modenese il 45enne di Pellestrina morto lo scorso settembre, per le lesioni riportate dopo il suo ricovero all’Ospedale Civile di Venezia. I nuovi accertamenti disposti dalla Procura avrebbero rilevato nel sangue tracce di un farmaco non registrato nella cartella clinica. || C’è una nuova svolta nel “caso” aperto dalla morte di Bruno Modenese, il 45enne di Pellestrina deceduto lo scorso settembre, a causa delle lesioni cerebrali riportate dopo il suo ricovero nel reparto di psichiatria dell’ospedale Civile dei santi Giovanni e Paolo. Gli accertamenti suppletivi disposti dalla Procura avrebbero evidenziato la presenza nel sangue di Aloperidolo, sostanza antipsicotica che ha un potente effetto sedativo. Di questo farmaco non c’è traccia nella cartella acquisita dalla Procura.  Due sono le ipotesi. O Modenese lo aveva preso a casa, ma in questo caso dovrebbe essere rintracciabile quantomeno la prescrizione, o gli è stato iniettato in ospedale, ma allora dovrebbe essere registrato nella cartella clinica. Va ricordato che nella vicenda risultano indagati un medico psichiatra e due infermieri dell’Ulss 3 Serenissima in servizio all’ospedale civile. L’ipotesi di reato, al momento, è quella di omicidio preterintenzionale: cioè Bruno è morto a causa delle lesioni che gli sarebbero state inferte volontariamente ma non nel tentativo di uccidere,I familiari di Bruno Modenese, assistiti dagli avvocati Augusto Palese e Renato Alberini chiedono che venga fatta chiarezza sulla morte del loro caro. – Intervistati AUGUSTO PALESE (LEGALE FAMIGLIA MODENESE) (Servizio di Lorenzo Mayer)


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