ANTENNA TRE | Medianordest

TREVISO | BATTAGGIA RESTA IN SILENZIO DAVANTI AL GIP, A ‘INCASTRARLO’ UN VIDEO E UN TAPPETO

20/01/2024 TREVISO – Il caso di Anica Panfile, oggi il presunto killer Franco Battaggia si è avvalso della facoltà di non rispondere nel corso dell’udienza di convalida in carcere. Ma emergono nuovi dettagli, come il tappeto usato per avvolgere Anica o i desideri di fuga confidati a un amico. Emerge anche un video. || Sono le 22.08 del 18 maggio 2023, in via Barcador a Spresiano, poco distante dal luogo del ritrovamento del cadavere di Anica Panfile sul greto del Piave, avvenuto qualche giorno dopo. Il pick-up bianco nel frame, secondo gli inquirenti, è quello di Franco Battaggia, l’ex primula rossa, in carcere a Santa Bona con l’accusa di aver ucciso la giovane mamma.Sono tre i passaggi immortalati dalla telecamera privata di via Barcador, cui si sommano quelli catturati dal sistema di videosorveglianza pubblica, alcuni provvisti di lettore targa. Un lavoro meticoloso quello dei carabinieri che hanno tracciato la traiettoria del furgoncino, usato – questa l’ipotesi – per trasportare il corpo esanime della 30enne dall’abitazione di Battaggia ad Arcade – dove si sarebbe consumato il delitto – fino al canale della Vittoria. Fondamentale un ritrovamento del RIS di Parma: un tappeto nel quale la donna sarebbe stata avvolta. Una traccia di Anica viene trovata anche su un materasso sempre nella villetta di Battaggia, teatro di quello che per la Procura resta un delitto d’impeto con la donna che sarebbe stata colpita alla testa a mani nude e infine soffocata. E questo, dopo aver assunto della cocaina, sostanza che lo stesso Battagia era solito far consumare alle sue partner sessuali, come confermato anche da una prostituta.Un massacro – sottolinea Martani – senza spargimento di sangue, seguito dall’occultamento del cadavere, per cui non si escludono complici. Manca però il movente, di certo l’uso di cocaina potrebbe aver esacerbato una situazione già tesissima.Altro capitolo, il pericolo di fuga, che ha portato all’arresto.Martani riporta alcune telefonate intercorse nell’autunno scorso tra Battagia e un amico.Telecamere, tracce biologiche, autopsia, intercettazioni, tutto a corroborare un quadro indiziario che per la Procura è grave, mentre a Santa Bona Battagia resta in silenzio. Davanti al Gip – che poi ha convalidato l’arresto – si è avvalso della facoltà di non ri – Intervistati MARCO MARTANI (Procuratore della Repubblica) (Servizio di Cristian Arboit)


videoid(JB57weVNEUc)finevideoid-categoria(a3veneto)finecategoria

Exit mobile version